Uno degli obiettivi principali della domotica è quello di realizzare nuovi ausili per persone disabili, affette da handicap e per coloro che, a causa di malattie neurodegenerative o traumatiche, non hanno più il controllo volontario dei propri muscoli.
Diminuire la dipendenza di questi soggetti dagli altri nelle azioni della vita quotidiana e ridargli un senso di privacy reale è stato ciò che ha spinto i ricercatori de La Sapienza, in collaborazione con Tor Vergata e la Fondazione Santa Lucia, nella realizzazione della prima abitazione che risponde agli impulsi cerebrali, ovvero una casa che si controlla col pensiero.
Si tratta di un ambiente domotico sviluppato da un team di neurologi, neurofisiologi e bioingegneri guidato da Fabio Babiloni.
All’interno di questa stanza domotica è possibile azionare diversi dispositivi elettronici (tv, lettore dvd, telefono, ventilatore, porte automatizzate, luci ambientali, videocamere e piccolo robot mobile) grazie alla rilevazione dell’attività elettrica cerebrale, quindi col pensiero.
Il soggetto disabile deve disporre di una cuffia munita di elettrodi in modo tale che il computer collegato sia in grado di rilevare l’impulso e inviare il comando per azionare un dispositivo.
Il progetto è veramente interessante e rappresenta un primo passo verso l’automazione domestica del futuro.
Per maggiori informazioni www.uniroma1.it/ufficiostampa.